sabato 5 luglio 2014

#bookreview: Recensione - La signora Dalloway di Virginia Woolf

Ben ritrovati miei amati booklovers.
Ebbene, dopo una bellissima giornata di sole arroventato eccomi qui tutta per voi, con una nuovissima recensione!
Si tratta di una lettura molto quick, ma dal contenuto strong.
Riassumendo in una lingua che ci appartiene ho finito in un pomeriggio uno dei libri più discussi del ventesimo secolo: Mrs Dalloway, dal titolo italiano La signora Dalloway.
Se siete in cerca di qualcosa di sconvolgente, fuori dai soliti schemi letterari, siete nel posto giusto!
Premettendo che si tratta di un libro dalla portata stilistica e culturale importante, è davvero difficile dare un giudizio "amatoriale"  all'altezza, ma ci proverò!
Diamo inizio alle danze amici miei!




Titolo: La signora Dalloway
Autore: Virginia Woolf
Edizione: Oscar Mondadori - Classici moderni (Brossura)
Prezzo: € 8.50
Pagine: 179

Trama

Alle 10 del mattino di un mercoledì di giungo 1923 Clarissa Dalloway, una ricca signora cinquantenne, si dirige a Bond Street per comprare dei fiori per la festa elegante che sta organizzando per la sera stessa. Passeggiando per le strade di Londra è presa da ricordi del suo passato, delle giornate spese in compagnia della zia, della sua vita lontano dalla capitale. 
La narrazione procede così attraverso i flussi di coscienza di vari personaggi, che durante la routine quotidiana vengono assaliti dai ricordi e da riflessioni sul mondo che li circonda. Riflessioni che possono trasformarsi talvolta in vere e proprie rivelazioni. 

Dicono del libro ...

Con "La signora Dalloway", opera in gran parte autobiografica pubblicata nel 1925, Virginia Woolf fa un passo in avanti rispetto alla "Camera di Jacob", che già aveva segnato una svolta nella sua produzione. Costruito attorno a un'esile trama - la giornata di Clarissa Dalloway - il romando ha il suo centro nella resa fedele degli accadimenti della coscienza anzichè nella narrazione di una storia. In polemica con la narrativa di stampo ottocentesco, Virginia Woolf mira infatti a creare l'effetto simultaneità tra esperienze diverse, inaugurando quello che ella stessa definì "un processo di penetrazione per cunicoli" attraverso una narrazione non lineare e che procede per improvvise associazioni di idee che si aprono nel pensiero portando alla superficie frammenti del passato. 
(Mondadori)


Commento personale

Mi inchino davanti alla grandezza di questa scrittrice. 
Dopo un anno al liceo con un professore di italiano fantastico, sono riuscita ad appassionarmi anche al mondo, talvolta incompreso, dei primi anni del Novecento. 
In preparazione al grande passo, ossia alla lettura dell'Ulysses di James Joyce, non potevo che leggere questo piccolo capolavoro. 
Lettura assolutamente unconventional, originale, nuova per me.
Mi ha aperto un mondo. 
Ammetto che seguire il filo non-logico della narrazione è complicato: una piccola distrazione e devi fare qualche passo indietro. 
Ma è grandioso. Immaginate di leggere un libro fatto solo dei vostri pensieri mentali, che si susseguono attraverso meccanismi psichici a noi sconosciuti. Si parte da un'osservazione attinente alla realtà e si va a divagare verso l'ignoto del nostro io. Un qualcosa di assolutamente innovativo e, a mio avviso, meraviglioso. 
Ovviamente è difficile apprezzare uno stile così diverso dai libri che siamo soliti leggere. 
Ma insomma, sono solo 179 pagine, un piccolo sforzo si può anche fare! 
Giusto per sperimentare qualcosa che va oltre i nostri canoni abituali. 


Curiosità

Per un'opera di questo genere conoscere l'autore è di vitale importanza. 
Per questa ragione ho pensato di inserire in questa sezione una brevissima biografia nel tentativo di ampliare i nostri orizzonti. 
Virginia Woolf nasce a Londra nel 1882, da una famiglia benestante. 
Virginia e la sorella Vanessa vengono educate a casa, ottenendo una buona educazione classica. 
Una volta morta la madre si trasferisce a Bloomsbury. 
Si sposa con Leonard Woolf nel 1912. 
Durante tutta la sua vita, l'autrice è colpita  da crisi di depressione, che la portano anche a tentare il suicidio più volte. 
L'avvento della seconda guerra mondiale non fa altro che aumentare le sue fobie e i suoi stati d'ansia. 
Il 28 marzo 1941 Virginia Woolf si suicida per annegamento. 

A livello letterario si possono considerare gli anni venti come quelli più produttivi, caratterizzati da sperimentazioni di vario tipo, che portano l'autrice a staccarsi dai modelli classici.
Inizia infatti a delineare una narrazione moderna che si focalizza sull'assenza di dialoghi diretti, e l'abbandono della trama tradizionale, a favore del monologo interiore e quindi della vita interiore del soggetto. 

Voto finale

5/5

Da considerarsi un MUST della letteratura straniera.
Correte in libreria e aprite la vostra mente verso una visione diversa della realtà che ci circonda. 


Spero, come sempre, di aver stuzzicato la vostra curiosità di lettori alla ricerca di nuovi stimoli!
Un bacio,
la vostra giovane Libraia, CarolH. 


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