giovedì 12 maggio 2016

La "pulce" musicale di Italo Calvino - Franco Cesati Editore

Si leggono pochi autori italiani, si evitano le case editrici indipendenti.
Due luoghi comuni, discutibili senz'altro, ma che fanno da bello sfondo per il libro di cui voglio parlarvi questa sera.

Mi è stata gentilmente inviato dalla casa editrice Franco Cesati Editore (che colgo l'occasione per ringraziare) una vera e propria chicca su uno degli autori italiani contemporanei più apprezzati degli ultimi tempi: Italo Calvino.

"[...] Eppure uno scrittore così tanto letto e studiato, i cui libri si trovano esposti in bella vista sugli scaffali di qualsiasi libreria [...] tiene nascoste le sue sorprese, le sue preziose rarità, lontano da occhi indiscreti, da giudizi azzardati e da orecchie inesperte.[...]"
Inizia così il saggio di Giovanni Inzerillo, La "pulce" musicale di Italo Calvino.
Stiamo parlando infatti di quella sua vena teatrale e musicale sconosciuta a molti.
Chi se lo aspettava, insomma, un Calvino appassionato di balletti e librettista di Mozart?
Eppure la sua genialità creativa ci è ben nota. Ma ci stupisce sempre, con effetti speciali - come si suol dire.
Nonostante non fosse in possesso di una grandissima cultura musicale - a differenza di molti altri autori, quali Montale ed Eco - Calvino si destreggia bene tra la sua caratteristica prosa narrativa e un'ottima impronta musicale.

Le sue canzoni sono un contributo prezioso per la cultura musicale degli anni Cinquanta-Sessanta ed hanno come scopo quello di stimolarla, inserendo tematiche di più ampio spessore ed estirpando piano piano l'aspetto ludico, fine a sé stesso.

Inzerillo analizza con gran cura, ma senza mai annoiarci, una cernita di testi poetici destinati ad essere accompagnati da un pentagramma. Testi come Dove vola l'avvoltoio? e Sul Verde Fiume Po, i quali si riferiscono sempre ad aspetti della realtà in cui Calvino vive.
Parliamo di neocapitalismo, dopoguerra e odio bellico.
 Avevamo vent'anni e oltre il ponte / oltre il ponte che è in mano nemica / vedevam l'altra riva, la vita, / tutto il bene del mondo, oltre il ponte.
Si tratta senz'altro di canzoni che vanno apprezzate per la scelta del lessico, intrinsecamente sonoro,  in quanto l'arrangiamento musicale - molto spesso limitato - non era nemmeno curato da Calvino.

Siccome non ci fa mancare niente, Inzerillo ci introduce anche al racconto teatrale mimico Allez-Pop, pubblicato a ridosso del 1958 - 1959, che ha come protagonista ... una pulce.

Insomma, e pensare che il nostro Italo dichiarò "Il mondo della musica mi dà soggezione".

E mentre canticchio Turin-la-nuit o Rome by night, sorseggiando una tazza di latte caldo, perchè non spulciate un po' il catalogo della Franco Cesati Editore?
Insomma, scovate le perle nascoste e fatemi sapere.



Un abbraccio, 
Claudia


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domenica 1 maggio 2016

Libri in pillole #5 - Anna Karenina muove il mondo

Eccoci, dunque.
Io, un foglio di carta bianco e te.
Solo noi due, per l'ultima volta. Poi ti poserò nel tuo scaffale, accarezzerò il tuo dorso e sospirerò.
In realtà è un arrivederci, e tu lo sai bene Anna.
Sai che negli ultimi venti, trenta giorni - quanti sono stati poi? - mi hai scavato un piccolo solco nell'anima, pagina dopo pagina. E pensare che all'inizio non ti capivo nemmeno poi tanto; troppo fredda, forse. 
Col tempo ho imparato a conoscerti meglio. A dire il vero non c'è voluto poi molto. Giusto qualche battuta, qualche sguardo con Vronskij e io ti ho capito.
Era questo che volevi Lev, giusto? Un lettore sveglio, che andasse oltre la corporeità delle vicende narrate.
Eh sì, perchè un discorsetto va fatto anche a te. Non mi sono di certo dimenticata.
Hai presente Schopenhauer? Magari lo avrai sentito nominare, anche solo per sbaglio. Bhè, questo signore parlava di un certo velo di Maya, un velo che distorce l'essenza della realtà stessa, posto tra noi e la verità. Ed è come se tu lo avessi strappato. Ma come è possibile?
Ah, il potere delle parole. 
E ora mi trovo a delirare su quello che hai scritto, mio caro Lev.

Vorrei parlare di Vronskij, uomo quanto mai ordinario, il quale vive di rendita, ama le corse ippiche, non riesce a far tacere la madre, corteggia un po' tutte le donne che incontra. Ma dimmi, come faccio? Come faccio a spiegare quanto la sua personalità sia diversa da quella di Anna? Come si fa a descrivere un uomo obbligato a prendere una posizione rivoluzionaria che non riesce a sostenere, nemmeno per amore? Ma poi, dimmi Lev, lui la amava veramente?

Ma torniamo a te, Anna.

Anna, tu sei una donna straordinaria. Vittima di due uomini troppo innamorati di loro stessi per accorgersi di avere tra le mani una gemma preziosa.
Tu, circondata da uomini e donne superficiali, mediocri, sprofondati nei codici sociali. Tu brilli. 
Non subito, però. Ti fai spazio pian piano, fino a quel momento. Quel fatidico momento.
Nel tuo sguardo "[...] i visi della gente si deformano, le miserie della vita sociale vengono smascherate, le convenzioni umane svelano la loro artificiosità. [...]"*
Hai scardinato l'insopportabile conformismo in cui eri immersa. Hai smesso di accettare la falsità di un mondo che, insomma diciamocelo, hai sempre rifiutato dentro di te.

E ringraziamolo Vronskij, per averti dato la spinta verso il lancio, anche se i suoi occhi e il suo sorriso si sono fatti di ghiaccio quando gli hai spiattellato in faccia la realtà della vita.
Poco importa.

Ringraziamo anche Stiva e Dolly, Levin e Kitty. Ringraziamo Betty e Karenin - anche se vi ho odiato e continuerò a farlo.
Ma ringraziamoli.
Tanto alla fine siamo rimaste solo io e te. 
Io che mi sono dovuta ricredere, quando per sbaglio ti ho definito un personaggio passivo, alla Lucia Mondella. E tu, che invece sei la forza motrice di tutto.

Sei l'eroina di te stessa. E sei la mia.

Grazie Anna Karenina.

Grazie Lev Tolstoj.

Vostra, Claudia

Note:
* Cit. Eraldo Affinati


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